Curriculum socio
Ariani Antonio Pietro
– Nato a Cisternino (Brindisi) il 9.7.1940.
– Allievo interno dell’Istituto di Biologia Generale e Genetica dell’Università degli Studi (oggi Federico II) di Napoli dal 1962 al 1965.
– Inviato in missione faunistica in Libia nell’Aprile 1963 per conto e nell’interesse dell’Istituto di Biologia Generale e Genetica.
– Laureato in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Napoli con voti 110/110 e lode il 14.7.1965. Titolo della tesi: “Ricerche di embriologia sperimentale in Drosophila melanogaster Meig. e suoi mutanti mediante azione dei raggi UV sull’uovo in sviluppo” (Relatore: Prof.Baldassarre De Lerma).
– Assistente incaricato presso la Cattedra di Zoologia della Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università di Napoli (Titolare: Prof. Mario Salfi) dall’1.9.1965 al 30.9.1967 e dall’1.11.1967 al 31.7.1968.
– Assistente ordinario presso la stessa Cattedra – nominato in seguito a concorso di cui risultò vincitore – dall’1.8.1968 al 22.9.1985.
– Professore incaricato interno dell’insegnamento di Zoologia per il corso di laurea in ScienzeNaturali presso la Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università di Napoli nell’a.a. 1969-70.
– Professore incaricato interno dell’insegnamento di Zoologia per il corso di laurea in Scienze Biologiche presso la suddetta Facoltà negli a.a. 1970-71, 1971-72, 1972-73.
– Professore incaricato interno – a titolo gratuito – dell’insegnamento di Zoologia per il corso di laurea in Scienze Geologiche presso la stessa Facoltà dal 27.11.1970 al 31.10.1971.
– Professore incaricato stabilizzato dell’insegnamento di Zoologia per il corso di laurea in Scienze Biologiche presso la ripetuta Facoltà dall’1.11.1973 al 22.9.1985.
– Professore associato confermato di Zoologia presso la Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” dal 23.9.1985 ad oggi.
– Professore supplente dell’insegnamento di Biologia II presso la Facoltà di Scienze Ambientali della Seconda Università degli Studi di Napoli negli a.a. 1994-95 e 1995-96.
– Titolare – per completamento orario – dell’insegnamento di Museologia naturalistica, modulo Zoologia, per il corso di laurea in Scienze Naturali, nell’a. a. 2002-2003.
– Vincitore del concorso a n° 8 premi di attività didattica assegnati alla Facoltà di Scienze M.F.N. per l’a.a. 1966-67.
– Vincitore del concorso a n° 82 premi di operosità scientifica riservato agli aiuti e assistenti universitari che avessero svolto intensa operosità scientifica in uno degli a.a. dal 1967-68 al 1971- 72, nell’ambito della citata Facoltà.
– Collocato a riposo, con la qualifica di professore associato, a decorrere dal 01.11.2009.
– Titolare di incarico di ricerca a titolo gratuito presso il Dipartimento delle Scienze Biologiche, Sezione di Zoologia, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, dal 23.09.2010 per il Triennio decorrente dal 29.9.2010 al 28.09.2013.
E’ tuttora socio dei seguenti sodalizi scientifici:
– Società Italiana di Biogeografia dal 1967.
– Società Italiana di Biologia Marina dal 1970.
– Società dei Naturalisti in Napoli dal 1971.
– Commission Internationale pour l’Exploration Scientifique de la Mer Méditerranée
(C.I.E.S.M., Comité des Etangs salés et Lagunes; Comité du Benthos) dal 1976.
– Mysid Research Group (Fort Collins, Colorado, USA) dal 1985.
– Société Internationale de Biospéologie dal 1999.
– Accademia Pontaniana, come socio corrispondente, per elezione in data 24.1.1999, promosso a socio ordinario, per elezione, il 26.05.2011.
Nel 1978 è stato eletto a far parte del Consiglio Direttivo della Società dei Naturalisti in Napoli, carica in cui è stato riconfermato per il biennio 1980-81.
Nel 1986 è stato nominato “Rapporteur” del Comitato “Etangs salés et Lagunes” della
C.I.E.S.M., carica in cui è stato riconfermato fino al 1992.
Nel 1992 è stato eletto Vicepresidente del suddetto Comitato.
A partire dal 1994 è stato incluso in tre Protocolli biennali di Cooperazione scientifica e tecnica tra Italia e Austria, sulla base di programmi di ricerca approvati e finanziati dal Ministero degli Affari Esteri e dall’ÖAD. Le ricerche sono state svolte in collaborazione con il Prof. Karl J. Wittmann dell’Institut f. Medizinische Biologie dell’Università di Vienna.
Nel Maggio 1994 ha allestito la mostra Farfalle – Il mondo delle farfalle, farfalle di tutto il mondo presso il Museo di Zoologia dell’Università di Napoli Federico II, utilizzando materiale della collezione personale di Lepidotteri.
Dal 1997 è Direttore scientifico dell’Istituto Sperimentale di Biologia del Sottosuolo (ISBIOS) “P.Parenzan” in Latiano (BR).
Nel Marzo 1998 ha partecipato, su invito del Museo Nazionale di Storia Naturale “Grigore Antipa” di Bucarest, alle celebrazioni per il 90° compleanno del Prof. Mihai Bacescu, Direttore onorario del Museo e massimo misidologo contemporaneo. Nella circostanza è stata offerta al Prof. Bacescu la descrizione (in coll. con K. J. Wittmann) di Diamysis bacescuin. sp., pubblicata sul Vol. 40 (1998) dei Travaux del Museo.
Nel Dicembre 1999 ha organizzato e realizzato, da solo, una campagna di raccolte planctoniche notturne nelle acque del Madagascar (Canale di Mozambico), allo scopo di reperirvi topotipi della specie Diamysis frontieri Nouvel, 1965, in vista di una revisione del genere.
Nel 2000 gli è stata dedicata la specie Heteromysis arianii Wittmann – descritta su materiale del Golfo di Napoli – con la seguente motivazione: “on the occasion of his 60th birthday and in recognition of his important contributions to mysidology and zoology” (Ann. Naturhist. Mus. Wien 102B: 279-290).
Nel 2003 gli è stata dedicata la specie Bodotria arianii Petrescu, descritta su materiale di Cumacei raccolto in Madagascar ed affidato in studio al Dr. Iorgu Petrescu.
Il 17.2.2001 è stato eletto, nella sua qualità di socio onorario e membro del Consiglio Direttivo, Presidente dell’Associazione Nazionale Insegnanti Biologi (ANIB).
Dal 20.2.2002 al 31.10.2003 è stato Vicedirettore vicario del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Napoli Federico II, struttura in cui è stato altresì responsabile del Laboratorio di Zoologia Sistematica e Biominerogenesi.
Dal 18.12.2003 è membro del Comitato Scientifico del Museo di Etnopreistoria del C.A.I., Sezione di Napoli.
Dall’11.3.2004 è Consigliere del Museo-Laboratorio della Fauna Minore del Parco Nazionale del Pollino in Mezzana di San Severino Lucano (PZ).
Il 31.3.2004 è stato nominato Direttore del Museo Zoologico dell’Università di Napoli Federico II, carica mantenuta (come Direttore scientifico, a seguito di modifica dello Statuto) fino al 31.10.2009.
Figura nell’elenco degli specialisti di Misidacei pubblicato dalla Crustacean Society (Hydrobiologia 93, 1982, p. 217).
Ha svolto funzioni di Referee per riviste scientifiche nazionali (Bollettino della Società dei Naturalisti in Napoli) e internazionali (Crustacean Issues, Rotterdam; P.S.Z.N.I: Marine Ecology, Berlin, ecc.).
Ha collaborato con dati originali sui Nematomorfi Gordioidei al testo Zoologia degli invertebrati di U. Parenti (p. 136, fig. 10.12 a, b; Boringhieri, Torino, 1974), ed ha curato la voce Nematomorpha, Acanthocephala per la Picture Encyclopedia of Animals (Mondadori & Kodansha, 1980-82) su invito del Coordinatore della sezione invertebrati Prof. Sandro Ruffo. Inoltre, è coautore (con K. J. Wittmann e J.–P. Lagardère) del Capitolo 54 (Lophogastrida, Stygiomysida, Mysida), Volume 4 (Crustacea) del Treatise on Zoology (Vaupel Klein, Gharmantier-Daures & Schram eds., Brill, Leiden, 2014).
Ha realizzato la parte iconografica relativa al Museo di Zoologia nel volume: “I Musei Scientifici dell’Università di Napoli Federico II” (a cura di A. Fratta, Fridericiana Editrice Universitaria, Napoli, 1999). Ha inoltre contribuito, con fotografie originali, alla realizzazione del volume: “Musei delle Scienze Naturali – Immagini ed emozioni” (a cura di Maria Rosaria Ghiara, Electa, Napoli, 2002).
Nel Gennaio2002 ha curato la parte scientifica della mostra fotografica Mirabilia Maris allestita presso il Museo di Zoologia.
Nel 2002, in occasione del “Maggio dei Monumenti”, ha allestito presso il Museo di Mineralogia di Napoli una mostra di libri del Seicento, utilizzando materiale del Dipartimento di Zoologia e, in parte, personale per quanto concerne sia i libri che gli oggetti naturalistici di confronto.
Ha partecipato in qualità di zoologo al progetto presentato dall’Arch. Mario Moretti (Torino) per la realizzazione del Parco Nazionale del Pollino, progetto classificatosi al quarto posto della graduatoria assoluta di merito. Recentemente (2000) ha altresì collaborato con altri specialisti nella compilazione di un inventario faunistico del Parco Nazionale del Vesuvio, curando la parte relativa ai Lepidotteri diurni (v. pubbl. n. 41).
Ha svolto con continuità il lavoro di identificazione di gran parte del materiale zoologico sottoposto al Dipartimento, da parte sia di privati che di Enti pubblici; tra questi ultimi, la Regione Campania, il Comune di Napoli, il Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare, l’ASL Napoli 1 ecc.
Nel 2002-2003 ha svolto compiti di consulenza per il Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Fattoria dei bambini” in cui si è impegnato, tra l’altro, nella progettazione di varie tipologie di acquari e di una “Butterfly House”.
Nello svolgimento dei corsi a lui affidati (in particolare quelli di Zoologia I, Biologia animale e Zoologia generale) ha introdotto esercitazioni sul campo (Parco Nazionale d’Abruzzo; a.a. 1970-71 e 1971-72), di disegno scientifico alla camera lucida, di macro- e microfotografia, di preparazioni entomologiche. Ha seguito, in qualità di relatore, lo svolgimento di oltre 180 tesi di laurea (di cui 28 sperimentali) in Scienze Naturali o Scienze Biologiche.
La produzione scientifica si compendia in 68 pubblicazioni (v. elenco in calce) – alcune delle quali a carattere monografico – su riviste internazionali e nazionali. L’attività di ricerca originale ha per oggetto, a livello sistematico-specialistico, prevalentemente gruppi di invertebrati (Crostacei Misidacei e Decapodi, Acari, Insetti Lepidotteri), ma non mancano pubblicazioni su Vertebrati (Chirotteri; Insettivori in quanto ospiti di Acari). I campi di ricerca spaziano dalla faunistica e biogeografia all’ecologia (anche sperimentale) alla tassonomia (a sua volta, in parte basata sulla sperimentazione), allo studio descrittivo e sperimentale dei fenomeni di biomineralizzazione (Crostacei Mysida, Pesci).
Varie pubblicazioni si possono considerare innovative sotto il profilo iconografico (largo impiego della macro- e microfotografia in sostituzione dei classici disegni: pubbl. n° 2, 6, 7, 15) o metodologico, per l’adozione di particolari tecnologie (impiego dell’ecometro per il rilevamento dei fondali marini: 7; di apparecchiature originali per lo studio di preferenze termiche e di salinità: 18, 19; della microscopia a luce polarizzata per determinazioni cristallografiche: 26, 36). Ancora a livello metodologico va citata l’introduzione di nuovi criteri tassonomici, su base morfologica (talora con l’aggiunta di nuova terminologia) e sperimentale (42); infine, la valutazione dei dati faunistici alla luce di conoscenze ampiamente ricavate dalle Scienze della Terra, in particolare l’oceanografia fisica e la climatologia (4, 42), la geologia (10, 12, 15, 43), la paleogeografia, paleoecologia e paleontologia (12, 67), l’idrogeologia (15, 20).
Lo studio in laboratorio, sia descrittivo che sperimentale, è quasi sempre il momento finale
di un’attività svolta in larga misura sul campo, e in ambienti stimolanti per le conoscenze ancora lacunose sui relativi popolamenti (v. ambiente cavernicolo e freatico). Partendo dal reperto di imponenti popolazioni di Misidacei (oggi, Mysida) salmastricoli del genere Diamysis in ambienti carsici costieri della Puglia, la ricerca si snoda, eminentemente, secondo tre direttrici principali e più o meno complementari, finalizzate a: stabilire l’esatta identità delle Diamysis precedentemente citate di località mediterranee e attribuite ad un’unica specie; utilizzare l’individuata, sui-generis composizione minerale degli statoliti di Diamysis e generi affini per deduzioni di carattere evolutivo e paleogeografico; comprendere i motivi – ancora largamente oscuri – della peculiare abbondanza di stigobionti endemici (in prevalenza salmastricoli) nelle acque sotterranee della Puglia. Il primo filone approda all’individuazione di otto nuove entità (sei specie e due sottospecie) la cui distribuzione risulta in larga parte sovrapponibile ai bacini dell’antico Lago Mare mediterraneo ipotizzati dai Geologi nel quadro delle implicazioni della “salinity crisis” messiniana (v. in particolare pubbl. n° 12 e 42). Lo sviluppo del secondo tema porta ad inquadrare i Mysida viventi e fossili in tre grandi gruppi (caratterizzati rispettivamente da statoliti non mineralizzati, fluoritici e calcarei) abbastanza nettamente differenziati a livello filogenetico, ecologico e biogeografico, con l’importante implicazione di una presumibile origine paratetidiana (e non atlantica, come per il grosso della fauna mediterranea) di Diamysis e di pochi altri generi quali Paramysis e Schistomysis (pubbl. n° 27). Il terzo argomento viene delucidato attraverso una “lettura” della distribuzione degli endemiti acquatici ipogei pugliesi essenzialmente in termini di modello biogeografico del “determinismo ecologico”, ove fattori chiave di preservazione di elementi talassoidi appaiono la rilevante e peculiare estensione del fenomeno dell’intrusione marina nel sottosuolo continentale carsificato e la diffusa presenza di terreni teneri di copertura mio-plio-quaternari, utilizzabili (alla luce di dati sperimentali) come substrato alimentare in ecosistemi caratterizzati dalla mancanza di produttori (pubbl. n° 15). Lo studio della fauna ipogea pugliese consente, altresì, di evidenziare aspetti inediti ed esclusivi della biologia della riproduzione di Spelaeomysis(pubbl. n° 32 e 34), nonché di individuare, con la descrizione della specie di dolina Diamysis camassai, un interessante caso di transizione tra adattamenti (morfologico e bionomico) ad ambienti rispettivamente epigeo ed ipogeo (pubbl. n° 44). Filo conduttore delle ricerche di maggior impegno rimane, in ogni caso, quello dell’evoluzione, i cui aspetti vengono indagati utilizzando, oltre ai classici criteri morfologico ed ecologico, quelli resi disponibili dagl’innovativi studi sullo sviluppo (pubbl. n° 16) e la cristallografia comparata degli statoliti ed otoliti (pubbl. n. 24-27).
Per quanto concerne più in generale i singoli argomenti, le pubblicazioni possono essere raggruppate come segue:
- Faunistica, biogeografia, ecologia e sistematica del genereDiamysis(pubbl. n° 1, 9, 11, 12, 33,
35, 39, 42, 44, 58, 59, 62, 63).
- Faunistica, biogeografia, ecologia e sistematica di altri Mysida e Decapodi epigei (2, 4, 7, 40,
48, 50, 57, 58, 59).
III. Ricerche sugli statoliti dei Misidacei e dei Pesci (14, 16, 17, 21, 22, 24, 25, 26, 27, 28, 31, 36). IV. Studi sul popolamento cavernicolo e freatico della Puglia (3, 10, 15, 18, 19, 20, 32, 34, 37, 38,
43, 44, 54).
- Contributi alla “Checklist delle specie della fauna italiana” (49, 51, 52, 56).
VI Contributo (Cap. 54) alla traduzione in inglese e aggiornamento (a cura di Brill, Leiden) del
Traité de Zoologie di J. Forest, su proposta del coordinatore della sezione Crostacei Prof. J. Carel
von Vaupel Klein (61).
VII. Reviews (47).
VIII Varia (5, 6, 8, 13, 23, 29, 30, 41, 45, 46, 51, 54, 60).
In dettaglio, i risultati originali si possono così elencare:
– Descrizione, su materiale italiano o mediterraneo, di dodici taxa (nove specie e tre sottospecie di
Crostacei Mysida , una specie di Acari) nuovi per la Scienza (pubbl. n° 5, 7, 33, 42, 44, 58, 59, 67). Di
particolare interesse la penultima specie descritta (2012) che va ad accrescere l’importante patrimonio faunistico del fiume Po
– Segnalazione di imponenti popolazioni di Misidacei del genere Diamysis(le maggiori su scala
mondiale) in ambienti salmastri prevalentemente mesoalini della costa pugliese, con
consistenti differenze morfologiche rispetto alla forma tipica, di ambiente eualino, dell’ unica
specie del genere citata all’epoca per il Mediterraneo: D. bahirensis (G. O. Sars, 1877) (1).
– Verifica sperimentale della persistenza dei suddetti caratteri differenziali in ambiente ad elevata
salinità (9).
– Evidenziamento sperimentale di incompatibilità genetica tra popolazioni geograficamente lontane
e morfologicamente differenziate di D. bahirensis, attraverso le prime esperienze di ibridazione
realizzate nei Misidacei (11).
– Presentazione di uno schema di evoluzione del genere Diamysis in rapporto ad eventi geostorici
(frammentazione della Tetide, drenaggio pre-pliocenico della Paratetide, formazione dei bacini
del LagoMare) e al ruolo degli ambienti carsici nell’ambito del Mediterraneo (12).
– Revisione delle forme mediterranee marine e salmastricole del genere Diamysis, con
individuazione di sei specie in luogo dell’unica precedentemente citata; quanto
sopra, in base allo studio di 62 popolazioni e all’adozione di nuovi criteri tassonomici,
verificati attraverso ibridazioni in laboratorio (11, 33, 35, 42).
– Segnalazione di elementi faunistici (Misidacei e Decapodi) nuovi per l’Italia (4), la Francia (40,
50) e il Mediterraneo occidentale (7), con attribuzione di tre reperti (Limnomysis benedeni,
Hemimysis anomala e Portunus pelagicus) a dispersione di origine antropica.
– Prima segnalazione di statoliti carbonatici (anzicché fluoritici come precedentemente noto) in
Misidacei mediterranei (Diamysis), in probabile correlazione con un’origine paratetidiana,
miocenica, del genere, statoliti fossili di calcite essendo noti dai depositi miocenici della Paratetide
(12).
– Prima segnalazione della vaterite (polimorfo esagonale metastabile del carbonato di calcio,
praticamente sconosciuto nel mondo geologico) quale componente normale e stabile di parti dure
mineralizzate (statoliti) di animali non Cordati: Misidacei del genere Diamysis (14),
successivamente, anche di alcuni generi affini (17, 27).
– Prima descrizione dello sviluppo dello statolite nei Misidacei, con evidenziamento di uno stadio
iniziale esclusivamente organico (16).
– Prima segnalazione di statoliti organici nei Misidacei, in correlazione con caratteristiche di
primitività filogenetica (Boreomysinae, Rhopalophthalminae) e habitat batiale (Boreomysinae)
(21).
– Evidenziamento di correlazioni di massima tra composizione minerale degli statoliti, ecologia e
biogeografia dei Misidacei Misidae (17, 21, 27).
– Evidenziamento di correlazioni di massima tra caratteristiche biometriche degli statoliti ed
ecologia delle specie (22).
– Descrizione degli aspetti evolutivi della morfologia (24), struttura (26) e caratteristiche
cristallografiche (27) degli statoliti dei Misidacei Mysidae, studiati su larga scala tassonomica,
ecologica e geografica (in tutto, 154 specie appartenenti a 55 generi delle varie sottofamiglie e
tribù note). Gli statoliti organici appaiono primitivi rispetto a quelli mineralizzati con fluorite, che
sono di gran lunga i più diffusi e largamente dominanti in ambiente marino; i corpi statici di
vaterite, noti di pochi taxa prevalentemente salmastro-dulcicoli e a distribuzione quasi
esclusivamente ponto-caspica, si sarebbero evoluti in rapporto all’insorgenza dell’ampio bacino
salmastro terziario della Paratetide, i cui sedimenti contengono statoliti fossili di calcite (per
probabile trasformazione di originaria vaterite metastabile).
– Descrizione degli aspetti quantitativi del processo di precipitazione della fluorite e della vaterite
nella statocisti dei Misidacei, con possibili implicazioni a livello di ricerche ecotossicologiche (28,
31). Si evidenzia che i Misidacei sono capaci di concentrare nello statolite il fluoro presente in una
quantità di acqua marina pari a 183.000 volte quella presente nella statocisti (28, 31).
– Prima segnalazione di trasformazione di fase cristallina (da vaterite a calcite) indotta
sperimentalmente (trattamento con etanolo) in statoliti di Misidacei (Diamysis) (36).
– Segnalazione della natura vateritica di parte degli statoconi in un pesce primitivo (il Condrosteo
Erpetoichthys calabaricus), a conferma del significato evolutivo delle caratteristiche
cristallografiche dei corpi statici nei vertebrati.
– Conferma della presenza del chirottero Rhinolophus mehelyi nell’Italia peninsulare (3).
– Prima segnalazione del Decapode stigobionte Typhlocaris salentina in habitat freatico e al di
fuori dell’area tipica salentina (15).
– Descrizione del regime alimentare (a base di diatomee ed altri microrganismi autotrofi) adottato
dal misidaceo stigobionte Spelaeomysis bottazzii in falda superficiale (15, 34).
– Interpretazione su base idrogeologica e biologica sperimentale della ricchezza e peculiarità del
popolamento faunistico ipogeo della Puglia, in evidente rapporto con le caratteristiche della
circolazione idrica sotterranea nelle tre sottoregioni (Salento, Murge e Gargano) e la
distribuzione dei depositi calcarenitici mio-plio-quaternari, utilizzati come substrato alimentare
(15).
– Determinazione sperimentale delle preferenze termiche e di salinità in Spelaeomysis bottazzii (18,
19), a conferma dell’ipotesi secondo cui la specie attua l’incubazione nella falda profonda (15).
– Prima descrizione dell’andamento dello sviluppo embrionale e di quello marsupiale in toto –
entrambi relativamente molto lunghi – in un Misidaceo Lepidomysidae (Spelaeomysis bottazzii),
nonché della particolare strategia riproduttiva (sconosciuta in altri Misidacei) adottata dalle
femmine, che assumono un abito di soggetto immaturo con la muta al termine dell’incubazione
ciò, in probabile correlazione con l’esigenza di avviare un nuovo ciclo riproduttivo solo dopo la
ricostituzione di adeguate riserve trofiche nella falda superficiale (32, 34).
– Descrizione degli stadi di sviluppo e del neonato in Spelaeomysis bottazzii, con
evidenziamento che lo stadio postnauplioide di questo crostaceo anoftalmo è provvisto di
peduncoli oculari e di una sorta di cornea (peraltro, senza pigmento) (55).
– Descrizione di un popolamento acquatico di ambiente semi-ipogeo (sistema di doline) in cui per la
prima volta risultano conviventi Spelaeomysis e Diamysis; di quest’ultimo genere si descrive
la prima specie stigofila (D. camassai) , caratterizzata da occhi ridotti e da ciclo biologico che si
svolge in parte in ambiente ipogeo (37-39, 43, 44).
– Segnalazione di un raro caso di ginandromorfismo di tipo fore-and-aft in Drosophila (6).
– Identificazione del pesce osseo Lampris guttatus (Brünnich, 1788), rarissimo nel Mediterraneo, in
un dipinto di Scuola napoletana del XVIII secolo (immagine probabilmente antecedente alla
descrizione della specie) con discussione di tutti gli elementi biologici raffigurati nella “natura
morta”.
PUBBLICAZIONI
1) ARIANI A. P., 1966. Su una forma di Diamysis bahirensis (G. O. Sars) rinvenuta in territorio
pugliese. Boll. Zool. 33: 227-228.
2) ARIANI A. P., 1967. Osservazioni su Misidacei della costa adriatica pugliese. Annuar. Ist.
Mus. Zool. Univ. Napoli 18, n° 5: 1-38, 12 figg., 1 tab., 3 tavv.
3) ARIANI A. P., 1969. Rinvenimento di Rhinolophus mehelyi Matschie, 1901 nella Penisola
Salentina (Mammalia, Chiroptera). Annuar. Ist. Mus. Zool. Univ. Napoli 19, n° 1: 1-3.
4) ARIANI A. P. & V. SERRA, 1969. Sulla presenza del Portunus pelagicus(L.) in acque
italiane, con osservazioni sulla morfologia della specie (Crustacea, Decapoda). Archo
bot. biogeogr. ital., Ser. 4, 45: 187-206, 3 figg., 1 tab., 3 tavv.
5) COCK A. W. A. M. (de), F. S. LUKOSCHUS & A. P. ARIANI, 1970. Psorergates etruscus
spec. nov. (Acari: Psorergatidae), a new itch mite from Suncus etruscus (Soricidae).
Annuar. Ist. Mus. Zool. Univ. Napoli 19, n° 4: 1-9, 2 figg., 2 tabb.
6) ARIANI A. P. & M. CARFAGNA, 1971. An unusual sex mosaic in Drosophila melanogaster.
Boll. Zool. 38: 181-182, 1 tav.
7) ARIANI A. P. & G. SPAGNUOLO, 1976. Ricerche sulla misidofauna del Parco di Santa Maria
di Castellabate (Salerno) con descrizione di una nuova specie di Siriella. Boll. Soc.
Natur. Napoli 84 (1975): 441-481, 22 figg., 3 tab., 3 tavv.
8) ARIANI A. P., 1979. La Mauritia (Leporicypraea) valentia (Perry, 1811) della collezione
dell’Autore in Napoli. Boll. Soc. Natur. Napoli 87 (1978): 33-36, 1 fig.
9) ARIANI A. P., 1979. Contribution à l’étude écotaxonomique et biogéographique des Diamysis
d’eau saumâtre de la Méditerranée. Rapp. Comm. int. Mer Médit. (Monaco) 25/26 (3): 159-160.
10) ARIANI A. P., 1980. Spelaeomysis bottazzii Caroli (Crustacea, Mysidacea) nella falda freatica
del litorale brindisino. Annuar. Ist. Mus. Zool. Univ. Napoli 23: 157-166, 4 figg., 1 tab.
11) ARIANI A. P., 1981. Expériences d’hybridation entre populations méditerranéennes du genre
Diamysis. Rapp. Comm. int. Mer Médit. (Monaco) 27 (4): 177-180, 1 tab.
12) ARIANI A. P., 1981. Systématique du genre Diamysis et paléogéographie de la Méditerranée.
In: Journées Etud. Systém. et Biogéogr. Médit. (C. I. E. S. M., Monaco; Cagliari, 1980): 121-130.
13) ARIANI A. P., 1981. Nematomorpha. Acanthocephala. In: Picture Encyclopaedia of Animals.
Invertebrates I: 107-108, 6 figg. Mondadori & Kodansha (1980-1982).
14) ARIANI A. P., F. MARMO, G. BALSAMO & E. FRANCO, 1981. Vaterite in the statoliths of
a mysid crustacean (Diamysis bahirensis). Annuar. Ist. Mus. Zool. Univ. Napoli 24:
69-78, 1 fig., 1 tab.
15) ARIANI A. P., 1982. Osservazioni e ricerche su Typhlocaris salentina(Crustacea, Decapoda) e
Spelaeomysis bottazzii (Crustacea, Mysidacea). Approccio idrogeologico e biologico
sperimentale allo studio del popolamento acquatico ipogeo della Puglia. Annuar. Ist.
Mus. Zool. Univ. Napoli 25: 201-326, 31 figg., 6 tabb., 1 tav.
16) ARIANI A. P., F. MARMO, G. BALSAMO, G. CESARO & N. MARESCA, 1982. Prime
osservazioni sullo sviluppo degli statoliti di Crostacei Misidacei. Annuar. Ist. Mus
Zool. Univ. Napoli 25: 327-341, 3 figg.
17) ARIANI A. P., F. MARMO, G. BALSAMO, E. FRANCO & K. J. WITTMANN, 1983. The
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CURRICULUM LETTERARIO (come Antonio Ariani)
Diplomato al Liceo classico “Calamo” di Ostuni (BR) nel 1958.
Dal 1998 al 2002 (cessazione delle pubblicazioni) ha curato la rubrica “L’angolo della Scienza” sul mensile pugliese Rosso Giallo e Verde.
A partire dal 1998 ha collaborato con vari quotidiani (Roma e Napolipiù di Napoli, La Gazzetta del Mezzogiorno di Bari) pubblicandovi articoli su temi di attualità e di divulgazione scientifica, ma anche poesie, racconti e recensioni.
Tra il 2006 e il 2008 ha partecipato come relatore alla presentazione delle opere letterarie di vari Autori napoletani (Concetta Coccia, Gianni Puca, Mario Pagano, Luciano Galassi e Annella Prisco).
Poesie
Sono pubblicate su: Internet (www.poesie.it , 2000); Antologia del I Premio Letterario e Narrativo “Federico II”, pp. 66-67 (Domina Editrice, Trinitapoli, 2003); Quaderni di Bérénice (IV, p. 90, 2003); Pensieri di Primavera 3, Antologia del Premio Rolando Editore, pp. 98-101 (Rolando Editore, Napoli, 2006); Antologia del Premio “Penna d’Autore” (Torino, 2006).
Riconoscimenti: encomio solenne per la poesia al IX Premio Internazionale “Città di Pomigliano d’Arco”, 2006; segnalazione al Premio Rolando Editore, Napoli (p. 98); segnalazione al premio “Penna d’autore”, Torino, 2007.
Racconti
Oltre venti, tra cui:
In rotta di collisione (Roma, 19.7.05, p. 11).
Un mondo migliore In: Pensieri di Primavera 3, pp. 23-27. Primo premio per la sezione Narrativa al Premio nazionale “Rolando Editore”, 2006.
La palla blu. In: Pensieri di Primavera 4. Premio “Tirreno” per la sezione Narrativa al Premio nazionale “Rolando Editore”, 2007.
Romanzo autobiografico
La modella e il coccodrillo (331 pp., Tullio Pironti Editore, 2005). Finalista e secondo classificato al IV Premio “Carver”, Civitavecchia, 2006.
Premio della critica al IX Premio Internazionale “Città di Pomigliano d’Arco”, 2006.